Que bacán! Parlare spagnolo in Cile

Viaggiare in posti nuovi significa anche comunicare con le persone del posto. Una guida di sopravvivenza al Cile.

I cileni non sono tra i più chiacchieroni in Sudamerica. Se avete imparato lo spagnolo nella madre patria della lingua troverete difficile capirli, hanno parole diverse per quasi tutto e una grammatica…diciamo, sgrammaticata. Innanzitutto non pronunciano le S, quelle stesse S che distinguono le parole plurali dai singolari. Molto spesso non pronunciano neanche la T o la D e le B si trasformano in V, spesso, ma non sempre. Ma il vero peso da novanta della spagnolo cileno è l’uso delle parole weon e wea che identificano tutto e niente (weon si riferisce alle persone mentre wea è per tutti i nomi di cosa) e possono fare interi discorsi senza sentire la necessità di specificare chi è il weon in questione o la wea di cui parlano. Ultima peculiarità generica dello spagnolo cileno è che usano nomi di animale per intendere cose completamente diverse da quello che dovrebbero significare. Ad esempio se avete due bambini dovreste dire che avete dos cabros chicos (due piccole capre), se dovete firmare qualcosa vi chiederanno di mettere una mosca o se vi siete divertiti, l’avete passata chancho (maiale) ma se comprate qualcosa marca chancho, avete preso una fregatura. Visto che non vi posso fare la lista completa di tutti i modismos (i modi di dire) vi scrivo solo quelli più utili per voi che state pensando ad un viaggio in Cile.

Po: iniziamo in gran stile con un rafforzativo che di per se non significa niente. Deriva dalla parola spagnola pues, e rafforza solo la risposta che dai. Si, po! No, po! Ya, po!

Weon: una delle parole più difficili da spiegare a chi non conosce lo slang cileno è weon. Letteralmente è un’offesa, ma in Cile cambia significato a seconda di chi la dice, a chi la dici e dal contesto. La sentirete spesso usare con il semplice significato di “tizio” un po’ come la parola inglese guy, tra amici si possono chiamare weon senza che abbia alcuna negatività ma allo stesso tempo può essere usata con il significato di “idiota” o “cretino”. Non consiglio di usarla con le persone che incontrate se non siete sicuri, mai con sconosciuti o con persone più anziane, ma non ve la prendete se vi sentite chiamare weon, sicuramente vi stanno sorridendo.

Wea: è il corrispettivo di weon però per le cose e tutti i nomi ed oggetti inanimati. Un cileno medio può ripeterlo centomila volte al giorno, costruirci intere frasi e solo ed esclusivamente dal contesto, potete capire quello di cui sta parlando.

Al tiro: questa espressione ha probabilmente origini militari e significa “subito”. Si usa in frasi come “voy al tiro” (vado subito) o “lo hago al tiro” (lo faccio subito) o anche come semplice risposta ad una domanda per dire, appunto, subito.

Bacán: questa è una parola che esiste anche in altri paesi dell’America Latina ma, ovviamente, i cileni devono distinguersi per cui la corretta pronuncia è con la V come vacán. E’ una parola bellissima che significa forte, figo, che bello.

Cachai: il cileno è una lingua meticcia influenzata da moltissime altre lingue tra cui l’inglese. Il termine to catch it, che vuol dire capire, si è nel tempo modificato fino a diventare cachai. Lo si può usare come “si, cacho” -capisco- o “no, no cacho” – non capisco.

Carrete (da pronunciare con una R sola): siete a Valparaiso e avete voglia di fare baldoria? Chiedete in giro per un carrete, una festa. Altre importanti derivazioni della parola sono: carretear – far festa- come in “Vamos a carretear?” – andiamo a far festa?- o “Estoy de carreteo” “Estoy carreteando” – essere di festa, festeggiare.

Fome: significa semplicemente noioso, “Que fome” – che noia

Pololo/a: il termine cileno che significa fidanzato/a. Ci sono molte parole usate nel cileno che trovano la loro origine nella lingua dei Mapuche (gli indios del Cile e dell’Argentina), il mapudungun. Letteralmente il pololo  un insetto, una specie di mosca, e simboleggia la vicinanza di due fidanzati come le mosche alla frutta.

Plata: sono i soldi. La parola spagnola “corretta” è dinero, ma nessuno la usa in Cile.

Luca: sempre parlando di soldi, un’altra parola importante è luca. Le banconote in Cile vanno a migliaia, per cambiare 10 euro ci vogliono almeno 7000 pesos cilenos. Normalmente, però, invece che usare le migliaia si usa la parola luca, come 7 lucas per 10 euro.

Taco: vi presento questa parola per evitare confusione nel vostro viaggio in Cile. Quando un cileno vi dice che c’è il taco non significa che ci sono i deliziosi tacos messicani ma che c’è traffico.

Copete: un drink alcoolico o una bevuta in generale

Chela: la mitica birra cilena. Se pensate sia impossibile bere delle ottime birre artigianali e locali in sudamerica, vi sbagliate! In Cile, soprattutto in Patagonia, ci sono birrifici che producono buonissime birre in stile tedesco.